Posts written by Silver Aeon

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    Benvenuta Christina!
    Io sono Stefania, rispondo in ritardo come sempre. Fa sempre piacere che qualcuno apprezzi le storie che abbiamo creato e ne voglia far parte.
    :D
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    Fortress è il quarto album in studio del gruppo musicale statunitense Alter Bridge, pubblicato il 25 settembre 2013 dalla Roadrunner Records.

    Registrato tra aprile e luglio 2013, Fortress è stato scritto dai membri del gruppo durante i tre anni in cui hanno partecipato a tour mondiali, anche durante la separazione momentanea del gruppo, a causa di progetti personali dei membri: Myles Kennedy impegnato in un tour con Slash, Mark Tremonti ha pubblicato il suo album da solista All I Was e Scott Phillips impegnato a registrare con i Projected.

    Il 17 luglio, in un'intervista rilasciata a Total Guitar, Tremonti ha rivelato nuove informazioni sull'album, affermando che il nuovo album sarebbe stato un po' differente dai lavori precedenti. Ha anche annunciato che nella traccia The Waters Rise (reintitolata successivamente in Waters Rising) lui sarebbe stato la voce principale e non sarà, dunque, cantata da Kennedy.

    Il 24 luglio Tremonti ha annunciato che il gruppo aveva scelto la copertina e completato il mastering di Fortress,mentre il 31 dello stesso mese sono stati rivelati la copertina e la lista tracce dell'album.

    Una settimana prima della pubblicazione, gli Alter Bridge hanno dato la possibilità di ascoltare l'intero album in streaming.

    Cry of Achilles – 6:30
    Addicted to Pain – 4:16
    Bleed It Dry – 4:44
    Lover – 5:17
    The Uninvited – 4:47
    Peace Is Broken – 4:40
    Calm the Fire – 6:04
    Waters Rising
    Farther Than the Sun – 4:07
    Cry a River – 4:00
    All Ends Well – 5:12
    Fortress – 7:36

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    AB III è il terzo album in studio della rock band americana Alter Bridge, pubblicato l'8 ottobre 2010. È il primo album del gruppo distribuito dalla Roadrunner Records, risultando così il terzo disco consecutivo della band ad esser pubblicato da un'etichetta differente.L'album è stato pubblicato in tutto il mondo dalla Roadrunner ad eccezione degli Stati Uniti, dove invece la pubblicazione è stata effettuata attraverso la Capitol Records.

    Quest'album rappresenta un allontanamento rispetto ai due precedenti dischi della band (One Day Remains e Blackbird) per diverse motivazioni. Innanzitutto è il primo concept album degli Alter Bridge, i cui temi trattano principalmente della consapevolezza che tutto quello in cui una volta si credeva potrebbe non esistere[6]. Dal punto di vista musicale, è più pesante, dinamico e progressivo, e dispone di testi che sono molto più oscuri rispetto a quelli dei due album precedenti della band.

    Il primo singolo estratto dall'album, Isolation, è il singolo di maggior successo della band fino ad oggi. L'album stato certificato disco d'argento per le vendite nel Regno Unito.

    Testi e musiche di Myles Kennedy, Brian Marshall, Scott Phillips e Mark Tremonti.

    Slip to the Void – 4:53
    Isolation – 4:13
    Ghost of Days Gone By – 4:25
    All Hope Is Gone – 4:49
    Still Remains – 4:44
    Make It Right – 4:18
    Wonderful Life – 5:19
    I Know It Hurts – 3:57
    Show Me a Sign – 5:58
    Fallout – 4:24
    Breathe Again – 4:24
    Coeur d'Alene – 4:33
    Life Must Go On – 4:32
    Words Darker Than Their Wings – 5:21


    Slip to the Void

    Slip to the Void è un brano musicale della rock band americana Alter Bridge, inclusa come prima traccia nell'album AB III, pubblicato l'8 ottobre 2010 via EMI e Roadrunner Records.

    La traccia parla della mancanza di fede ed è l'emblema dei toni più oscuri trattati nell'album. Musicalmente, nasce da una cupa intro alle tastiere scritta dal cantante Myles Kennedy, che accompagna la canzone durante i primi versi, per poi esplodere in un sound più potente.

    Si tratta della prima composizione in cui Myles Kennedy mette in dubbio i delicati temi della fede e della religione:

    « Questo brano ha segnato l'inizio, da parte mia, del fare un passo indietro e cominciare a dubitare. »
    In un'intervista del 2014, Kennedy ha così raccontato il momento della sua personale svolta religiosa:

    « Mi colpì molto una frase che qualcuno mi disse una volta. Stavamo parlando della religione e questa persona la definì 'l'oppio dei popoli" - sì, proprio la celebre frase di Karl Marx - Quando sentii queste parole ne fui davvero scioccato. Qualcosa in quella frase ebbe una grande risonanza in me. Per buona parte della mia vita ero stato una persona non estremamente religiosa, ma di sicuro molto spirituale, pregavo ogni sera. Ho smesso di pregare sei, sette anni fa. È semplicemente successo. »
    Pare che il cammino religioso del cantante parti da lontano, dalle domande di sempre sul padre morto per le incrollabili convinzioni religiose, tanto incrollabili da fargli rifiutare le cure mediche.In un'intervista del 2010 al settimanale musicale Kerrang!, Kennedy aveva ammesso di considerarsi "qualcosa di mezzo tra l'essere ateo e l'essere cristiano". Ha successivamente specificato:

    « Mi sono svegliato un giorno e ho detto: 'Questo non ha senso per me'. Qualche volta Mark Tremonti ed io ne parliamo e lui mi definisce ateo, ma non è del tutto vero. Non sono un ateo, Credo che esserlo richieda la stessa fede che ci vuole per essere un devoto cristiano o in credente in qualsiasi altra religione. Gli atei sostengono che non c'è assolutamente niente. Io non lo so, non ne ho idea. Penso di essere agnostico, ho un conflitto interno su questo punto. Vorrei sapere cosa c'è, vorrei davvero sapere che esiste qualcosa dopo questa vita, ma a questo punto semplicemente non ne ho le prove. Non vedo ciò che ho bisogno di vedere per sapere che c'è un Assoluto. »

    Ghost of Days Gone By

    Il cantante Myles Kennedy ha detto che la canzone rappresenta "un lieve allontanamento dai temi del resto dell'album". Egli ha spiegato:

    « Tratta effettivamente della nostalgia per il passato e della rassegnazione allo scorrere del tempo. Questo è un po', allo stesso tempo, una consapevolezza della tua mortalità, al fatto che l'orologio sta ticchettando, e non c'è davvero nulla che tu possa fare per cambiarlo o fermarlo.»

    Wonderful Life
    Si tratta di una parentesi a parte nel tema dominante dell'album, come ha sottolineato Myles Kenendy:

    « Non tutto il disco parla della costante lotta con la mancanza di fede. Ci sono dei momenti in cui prendiamo le distanza da questo tema. È il caso di Wonderful Life.»

    In molti hanno notato un'analogia con un altro pezzo degli Alter Bridge, In Loving Memory, che trattava della scomparsa della madre del chitarrista Mark Tremonti. Kennedy ha però affermato che in Wonderful Life il tema viene affrontato in modo più universale. Il cantante ha così specificato:

    « Per me è stata una canzone estremamente emotiva da comporre, ci è voluto molto tempo. Il testo si ispira all'idea che prima o poi verrà un giorno in cui tutti dobbiamo dire addio alle persone amate e care nei nostri cuori. Fondamentalmente, chiesi a me stesso cosa avrei voluto dire in quell'ultimo momento, in quell'ultimo saluto.»

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    « Il rock muore a intervalli regolari. Ogni volta deve arrivare una nuova corrente per riesumare il cadavere e farlo tornare a vivere. Lo fu la scena heavy metal negli anni ottanta, il grunge negli anni novanta e ora la scena rock americana [...] Questo Blackbird ha le carte in regola per diventare, negli anni, il riferimento di un'epoca. Per ora, nel 2007, scomodiamoci a dire che è tra le uscite più sensazionali dell'ultimo lustro. »
    (Dalla recensione dell'album sul sito Entrate Parallele)



    Blackbird è il secondo album in studio del gruppo statunitense Alter Bridge, pubblicato il 5 ottobre 2007 dalla Universal Republic. Il primo singolo estratto, Rise Today, è stato pubblicato il 30 luglio 2007. L'album si è piazzato alla posizione numero 13 della Billboard 200 negli Stati Uniti, vendendo 47.000 copie nella sua settimana di debutto. Nel Regno Unito, ha debuttato alla posizione numero 37 della UK Albums Chart, e al secondo posto della UK Rock Chart. Al dicembre del 2008, l'album ha venduto globalmente 227.000 copie. Nonostante abbia ricevuto scarsa promozione e poco successo di vendite, l'album è stato accolto molto positivamente dalla critica specializzata. È stato certificato disco d'argento nel Regno Unito.

    La band ha dichiarato nei primi mesi del 2006 che il processo di composizione delle canzoni è completo per due terzi.[6] L'8 febbraio 2007, la band ha annunciato che la composizione dell'album è terminata. Il mese stesso, gli Alter Bridge sono entrati in studio per registrare il nuovo materiale con l'aiuto del produttore Michael "Elvis" Baskette, che produrrà anche gli album successivi del gruppo. È stato poi annunciato l'11 maggio 2007 (dal chitarrista Mark Tremonti sul sito ufficiale del gruppo) che la sessione di registrazione era stata completata, che il missaggio era stato effettuato, e che rimanevano solo un paio di piccole cose minori da fare per completare l'album.

    Il 23 luglio 2007 sono stati resi noti i titoli delle tredici canzoni del disco, le date del tour e il primo singolo, Rise Today. Tre giorni dopo, sulla pagina ufficiale MySpace della band, sono state inserite due canzoni, la stessa Rise Today, in vendita dal successivo 30 luglio, e Ties That Bind.

    Inoltre, il 24 agosto 2007, la Universal Republic ha inserito sulla home page del suo sito ufficiale gli inediti Before Tomorrow Comes, Watch Over You, Buried Alive e Come to Life. Questi sono stati rimossi il giorno successivo, in quanto la loro presenza aveva indotto molti fan ad accedere al sito in un breve periodo di tempo. La loro accessibilità online sembra essere stato un errore da parte della Universal, ma può anche essere stata una particolare strategia di marketing.

    L'album è stato ufficialmente pubblicato il 9 ottobre 2007. La versione messa in commercio per il Regno Unito conteneva la traccia bonus We Don't Care At All, un brano disponibile anche nella versione per iTunes. Sono state anche pubblicate una versione in vendita esclusivamente su Best Buy, che conteneva due tracce bonus The Damage Done e New Way To Love, e una in vendita esclusivamente su Walmart, che conteneva un DVD bonus con interviste esclusive e un dietro le quinte sulla realizzazione dell'album.

    Il 19 marzo 2009, la band ha pubblicato un libro con tutte le tablature delle canzoni dell'album. In aggiunta, Come to Life aè apparsa nel videogioco musicale Guitar Hero: Van Halen e Ties That Bind sarà successivamente inserita in Guitar Hero: Warriors of Rock.



    Testi e musiche di Myles Kennedy, Mark Tremonti, Brian Marshall e Scott Philips.

    Ties That Bind – 3:19
    Come to Life – 3:52
    Brand New Start – 4:54
    Buried Alive – 4:35
    Coming Home – 4:19
    Before Tomorrow Comes – 4:06
    Rise Today – 4:21
    Blackbird – 7:58
    One by One – 4:20
    Watch Over You – 4:19
    Break Me Down – 3:56
    White Knuckles – 4:24
    Wayward One – 4:47

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    One Day Remains è l'album in studio di debutto della rock band americana Alter Bridge, pubblicato il 10 agosto 2004 dalla Wind-up Records. L'album è stato prodotto da Ben Grosse. È stato certificato disco d'oro negli Stati Uniti ed ha venduto circa 750.000 copie nel mondo. L'album fu chiamato così a causa dell'abitudine dei membri della band di dire che bisogna vivere la vita come se mancasse un giorno alla fine ("as if one day remains"). Il chitarrista Mark Tremonti ha anche detto che il titolo proviene da una frase del film Donnie Darko, e che è stato uno dei nomi presi in considerazione dalla band prima di scegliere di chiamarsi Alter Bridge

    Testi e musiche di Mark Tremonti, Myles Kennedy, Brian Marshall e Scott Philips[8].

    Find the Real – 4:43
    One Day Remains – 4:05
    Open Your Eyes – 4:58
    Burn It Down – 6:11
    Metalingus – 4:19
    Broken Wings – 5:06
    In Loving Memory – 5:40
    Down to My Last – 4:46
    Watch Your Words – 5:25
    Shed My Skin – 5:08
    The End Is Here – 4:57

    In Loving Memory
    Sebbene non sia mai stata pubblicata come singolo, In Loving Memory è stata eseguita diverse volte nei concerti. Il gruppo l'ha proposta per la prima volta dal vivo durante un concerto a Glasgow, il 5 novembre 2008.[senza fonte]Mark Tremonti scrisse la canzone dopo la morte di sua madre. In un'intervista rilasciata poco dopo l'uscita dell'album ha affermato:

    « In questo disco sono stati trattati un sacco di temi molto personali, ad esempio In Loving Memory parla di mia madre che è recente scomparsa. In termini emotivi, niente ti può abbattere più di questo. È decisamente una canzone triste, ma edificante. »
    In Loving Memory è stata usata dalla WWE come tributo a Eddie Guerrero durante la puntata di Raw del 14 novembre 2005, un giorno dopo la sua morte.

    Metalingus

    Come In Loving Memory, anche Metalingus non è mai stata pubblicata come singolo ma è una delle canzoni più popolari del gruppo e un punto fisso nei concerti. La canzone è stata usata dal wrestler della WWE Edge come musica d'ingresso dal 2004 fino al suo ritiro avvenuto nel 2011. La canzone parla di quando si arriva a un obiettivo fondamentale della propria vita, dopo aver aspettato tanto tempo, e aver sacrificato tanto. È nota per il suo sound metal aggressivo, che anticipa la svolta sonora più dura che intraprenderà la band nei suoi album successivi

    One Day Remains
    La title track dell'album è un'altra canzone spesso eseguita nei concerti, dove viene suonata dalla band assieme al tecnico delle chitarre Ian Keith. Un esempio di ciò lo si ha nei DVD Live from Amsterdam (2009) e Live at Wembley (2012).


    La copertina dell'album è stata realizzata da Daniel Tramonti, fratello di Mark, che curerà anche quelle degli album successivi del gruppo.
    Nonostante le tracce dell'album siano accreditate a tutti i membri della band, Myles Kennedy partecipò attivamente solo alla composizioni di alcuni brani.
    Nel 2005 la traccia Shred My Skin è stata inserita nella colonna sonora del film I Fantastici 4. Nello stesso anno, Save Me, il lato B del singolo Open Your Eyes, è stato inserito nella colonna sonora del film Elektra.
    L'album è stato pubblicizzato in Europa nel 2005 attraverso il Fan EP, contenente Metalingus più altre tre tracce dell'album registrate dal vivo.

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    Aftermath è l'album di debutto da solista della cantante statunitense Amy Lee, cantante degli Evanescence, creato in collaborazione con il violoncellista e compositore Dave Eggar. L'album, pubblicato il 25 agosto 2014[1][2], contiene tracce tratte e ispirate dal film War Story, diretto da Mark Jackson.

    Nel dicembre 2013 venne per la prima volta rivelato da Amy, su Twitter, che lei e Dave Eggar stavano creando la colonna sonora di un film indipendente, diretto da Mark Jackson, intitolato War Story[3]:

    « Sorprenderà i fan. Non è ciò che vi aspettate; il film è molto oscuro, molto introspettivo. Non ci sono neppure così tanti dialoghi, il che è magnifico, perché ciò secondo me lo rende ancora più bello, una triste base su cui su incidere della musica. Ci sono molti miscugli di suoni, un sacco di suoni inquietanti. Ho suonato molto con la tastiera e lo stesso vale per il Taurus pedal. Ci sono molti bordoni molto bassi. »
    La pubblicazione dell'album venne tuttavia annunciata diversi mesi dopo. Nel frattempo, infatti, Amy aveva intentato una causa legale contro la propria casa discografia di lunga data (la Wind-Up Records), accusandola di aver quasi mandato in rovina la band e di non aver pagato al gruppo circa 1.5 milioni di dollari di royalties e di aver tentato di "ordire un sabotaggio" verso gli Evanescence rimpiazzando i vecchi promoter "con un branco di idioti che ha finito col sabotare il gruppo con idee scadenti". Fu solo il 14 marzo 2014 che Amy dichiarò qualcosa a riguardo, definendosi finalmente un'artista libera e indipendente, senza rivelare però troppi dettagli a riguardo, in quando sotto "accordo di non divulgazione", l'unico vincolo che ancora, in qualche modo, la lega alla vecchia casa discografica. La sua indipendenza come artista era stata resa possibile anche grazie al fatto che il nuovo contratto firmato con il gruppo Bicycle/Concord non prevedeva vincoli per nuovi eventuali lavori discografici, incluso Aftermath, che venne pubblicato il 25 agosto 2014.

    « Nonostante il film riguardi molto il fatto di essere paralizzati dal dolore, per quanto mi riguarda questa musica ha a che fare con la libertà. Ho creduto in me stessa, noi abbiamo avuto fiducia l'uno nell'altro. Abbiamo aperto i nostri cuori ed esplorato sentieri che personalmente non avevo percorso prima - e ho trovato una nuova ispirazione in cose che mai mi sarei aspettata che mi piacessero. »

    Tale libertà conquistata ha portato Amy ad accantonare a tempo indeterminato il progetto Evanescence, per poter seguire la propria strada, sperimentare e lasciarsi alle alle spalle l'etichetta di "cantante rock o goth", non più totalmente corrispondente alla sua persona:

    « Ho amato il mio tempo con gli Evanescence, non vorrei semplicemente gettarmeli alle spalle, ma, nel futuro immediato, non ho pianificato di fare nulla con la band. È molto importante per me prendere un po' di tempo per mostrare alcuni differenti lati di me stessa. [...] Ho sempre voluto comporre una colonna sonora, è difficile trovare la giusta opportunità quando si ha questo bagaglio di personaggio già noto. Non fraintendetemi, non mi sto lamentando e non posso far altro che vederlo come qualcosa di positivo, ma quando qualcuno vuole usarmi, pensa a me più come ad una cantante rock o goth, ma io faccio molto più che cantare! È difficile andare a chiedere "pretendo di meno, non voglio essere al centro dell'attenzione, lasciatemi mostrare cosa so fare come programmatore, produttore e arrangiatore".


    Canzoni
    Push the Buttom è una canzone scritta, programmata e mixata interamente da Amy, caratterizzata da uno stile molto diverso da tutto ciò che Amy é solita comporre.

    « Per lungo tempo, il regista, Mark, non riusciva proprio a trovare la giusta canzone da disporre su questa scena che voleva che avesse un suono diverso. Quindi mi sono detta "Sai cosa? posso farla per conto mio". Per quanto mi riguarda è molto diversa, è elettronica; L'ho composta tutta da sola, il che è incredibile, perché ero solita scrivere, programmare e mixare demo a casa, ma l'essere responsabile del prodotto finale è stata una nuova sfida per me. Mi sono detta "Eccola qua, l'ho mixata io". »

    Dark Water vede la partecipazione dell’artista marocchina, naturalizzata statunitense, Malika Zarra , che ha prestato la sua voce cantando in arabo una poesia scritta da Amy Lee.

    « Non sono io a cantare in arabo. Stavano sempre a chiedere "abbiamo bisogno di una canzone con un po' di world-music," ma infine non è stata usata nel film. […] Sono restata insieme a questa ragazza che non aveva idea di chi io fossi, e le dissi qualcosa come "Ho scritto dei versi in inglese e so che parli arabo, puoi usarli come base, seguili e cambia l'ordine, usa lo scat per quanto tempo vuoi, devi semplicemente cantarli." Così lei ci ha provato, aveva una bella voce e ha cantato qualcosa come 20 minuti. Lo abbiamo fatto due volte e l'ho diretta in alcune parti, per avere più materiale, dopo di che l'ho portata a casa e l'ho lasciata vivere nel mio studio di registrazione. Non l'ho più vista, ma appena ho ascoltato la sua voce registrata, ho sentito alcuni momenti veramente fantastici, così li ho tagliatati e li ho messi sulla traccia. È stato come raccogliere ciliegie. Probabilmente [il testo] non ha senso, potrebbe essere uscita qualcosa alla Sigur Rós. Ma lavorare con un'artista in quei panni è stato veramente, veramente incredibile.»

    Can't Stop What's Coming è stata descritta da Dave Eggar come una "traccia stile Bjork veramente fantastica con un collage selvaggio di violoncelli, chitarre e vocalizzi impressionanti".

    Lockdown è la traccia che è stato possibile sentire per la prima volta nel trailer di "War Story", nonché una della tracce più rappresentative del film. La canzone è stata conclusa qualche mese dopo l'apparizione del film al festival, ed è stata aggiunta in una delle scene più drammatiche del film[16]. La traccia è stata poi estratta nel settembre del 2014 come singolo promozionale dell'album.

    After è la traccia di chiusura dell'album, descritta da Dave Eggar "un collage di violoncelli" composto per la fine del film War Story.





    Le tracce 1, 7 e 9 sono interpretate da Amy Lee. La traccia 4 è interpretata da Malika Zarra (voce principale) e Amy Lee (vocalizzi). Le restanti tracce sono strumentali.

    Push The Button – 3:13 (testo e musica: Amy Lee)
    White Out (feat. Dave Eggar) – 1:29 (musica: Dave Eggar, Chuck Palmer)
    Remember to Breathe (feat. Dave Eggar) – 1:24 (musica: Dave Eggar)
    Dark Water (feat. Malika Zarra) – 3:29 (testo: Amy Lee – musica: Amy Lee, Dave Eggar, Chuck Palmer)
    Between Worlds (feat. Dave Eggar) – 3:35 (musica: Dave Eggar, Amy Lee, Chuck Palmer)
    Drifter (feat. Dave Eggar) – 1:55 (musica: Amy Lee, Dave Eggar)
    Can't Stop What's Coming (feat. Dave Eggar) – 2:04 (testo: Amy Lee – musica: Amy Lee, Chuck Palmer, Dave Eggar)
    Voice In My Head (feat. Dave Eggar) – 3:47 (musica: Amy Lee, Dave Eggar)
    Lockdown (feat. Dave Eggar) – 4:58 (testo: Amy Lee – musica: Amy Lee, Chuck Palmer)
    After (feat. Dave Eggar) – 3:53 (musica: Dave Eggar, Chuck Palmer)
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    mi piace, ma non le urla...le urla le trovo innaturali e forzate
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    Che bella Reincarnate *--* non li conoscevo, la seconda mi piace nel ritornello, ma credo di non essere abbastanza metal per il resto.
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    ali-project-20130625c
    ALI PROJECT è un duo musicale giapponese costituito da Arika Takarano (宝野アリカ?) (voce e testi) e Mikiya Katakura (片倉三起也?) (musiche e arrangiamenti). È molto noto per la loro forte immagine in stile aristocratico e vittoriano e, fra gli otaku, per aver eseguito moltissime sigle di anime.

    Biografia
    I due componenti del duo si conoscono nel 1984, quando il paroliere Ikki Matsumoto presenta la poetessa e cantante Arika Takarano al musicista Mikiya Katakura; già l'anno successivo il due si unisce con il nome di Ari Project (蟻プロジェクト?), che vuol dire "Progetto formica", e dopo varie esperienze msuciali debuttano nel mondo discografico nel 1988 con l'album Gensō teien, stilisticamente legato alla sua epoca, ma comunque già indicatore nei testi e nelle musiche dell'estetica musicale che avrebbero seguito in seguito. Quattro anni dopo, nel 1992, il duo passa all'etichetta major Toshiba EMI e cambia il loro nome in quello attuale ALI PROJECT (è un gioco di parole, in giapponese la R e la L sono omofone) e presentandosi rinnovati al pubblico con il singolo Koiseyo otome ~Love story of ZIPANG~. La maggior parte dei loro dischi sono pubblicati dalle etichette Toshiba EMI, Victor Entertainment e Tokuma Japan.



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    Stile


    Negli anni, l'immagine della frontgirl Akira Takarano è cambiata innumerevoli volte seguendo scelte stilistiche legate ai brani interpretati, ma seguendo sempre una logica coerente che può essere divisa in due parti come pure il loro stile musicale: la Takarano ha infatti dichiarato che la prima parte e la seconda parte della loro carriera, rispettivamente caratterizzate da uno stile fresco e divertente e da uno drammatico e misterioso, rappresentano le fasi Alice bianca (白アリ Shiro Ari?) e Alice Nera (黒アリ Kuro Arisu?), giocando anche sul fatto che il suo nome è parzialmente uguale alla pronuncia giapponese del nome inglese Alice. Nonostante ciò la band esegue ancora oggi brani del "periodo bianco", che pure diversi per stile erano comunque caratterizzati dallo stesso interesse verso i temi di sentimenti dolci, amori drammatici, angeli caduti, nobiltà altera ed una certa fascinazione per la storia e l'estetica aristocratica europea.


    Album in studio
    09/12/1992 - Gekka no ichigun (月下の一群? "Folla sotto la luna")
    16/02/1994 - DALI (DALI?)
    06/12/1995 - Hoshi to tsuki no sonata (星と月のソナタ? "Sonata per le stelle e la luna")
    21/11/1998 - Noblerot (Noblerot? "Muffa nobile")
    25/04/2001 - Aristocracy (Aristocracy?)
    24/07/2002 - EROTIC & HERETIC (EROTIC&HERETIC?)
    22/06/2005 - Dilettante (Dilettante?)
    22/08/2007 - Psychedelic Insanity (Psychedelic Insanity?)
    27/08/2008 - Kinsho (禁書? "Letteratura proibita")
    26/08/2009 - Poison (Poison?)
    29/09/2010 - Hanshin Nihon shugi (汎新日本主義? "Rinnovata dottrina del Giappone")
    18/07/2012 - Gansakushi (贋作師? "Il falso maestro")
    11/09/2013 - Reijou Bara Zukan (令嬢薔薇図鑑)




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    Versailles
    I Versailles (Versailles?) sono un gruppo musicale visual kei giapponese. Per via dell'esistenza di una musicista statunitense con lo stesso nome d'arte, la band è nota negli U.S.A. ed in generale fuori dalla madre patria col nome di Versailles -Philharmonic Quintet-.

    Appartengono alla corrente yōshikibi (様式美?), caratterizzata da un metal molto melodico influenzato dalla musica classica nonché dall'estetica neoclassica o medievale europea, in linea con artisti occidentali quali Yngwie Malmsteen, Symphony X e Stratovarius.

    Album

    16/07/2008 - NOBLE
    20/01/2010 - JUBILEE
    15/06/2011 - Holy Grail
    26/09/2012 - Versailles

    Edited by Meg… - 14/9/2014, 13:32
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    Una rock band giapponese formatasi nel 2004 con soltanto il nome di " Kishida Kyoudan " , essenzialmente strumentale.. Hanno debuttato nel 2005 con l'album Supernova. I loro primi cinque album sono usciti sotto il primo nome, ovvero Kishida Kyoudan, prima che ad esso venisse aggiunto il "The Akeboshi Rockets" nel 2008. Nel 2007 si è aggiunta al gruppo anche la vocalist Ichigo.
    La Band ha collaborato con le sigle di molti anime fra i quali Strike the blood e Hige school of death.
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    Flow (フロウ Furou?) è un gruppo musicale pop punk giapponese, che incide per la Ki/oon Records e viene distribuito dalla Sony Music Japan. Flow è composto da cinque membri: due cantanti (di cui uno è anche secondo chitarrista), un batterista, un bassista e un chitarrista.

    Storia

    Flow si è formato nel 1993, quando i due fratelli Kōshi (il maggiore) e Take (il minore) iniziarono a fare musica assieme. I tre formarono i Flow nel 1998, e a loro successivamente si unirono Keigo (cantante), Gotō (bassista) e Iwasaki (batterista, entrato nel gruppo nel 2000). Nel 2001, la band pubblicò il suo primo maxi single, Flow #0. Il complesso fece poi uscire due mini album nello stesso anno, che conquistarono le indie charts del Giappone. Okuru Kotoba, il primo singolo di Flow, venne pubblicato nel gennaio 2003 e rimase nella Oricon indie chart per sette settimane consecutive e raggiunse la posizione numero sei nella classifica generale dei singoli. Nella primavera di quell'anno, il loro primo album su larga scala, Splash!!!, debuttò al secondo posto. Nel luglio 2003, il singolo Blaster venne pubblicato da una major discografica, la Ki/oon Records. Nell'aprile 2004, Flow fece uscire Go!!!, che stazionò nella Oricon Top 10 Chart per tre settimane. Nel maggio 2004, la band pubblicò il suo secondo album, Game.

    Seguì una serie di singoli e nel luglio 2005 il gruppo fece uscire il suo terzo album, Golden Coast. Dal rilascio di Golden Coast, Flow ha pubblicato due singoli con nuovi A-sides, ma uno di questi (Around the World/ Kandata) ebbe una doppia pubblicazione A-side. Le canzoni Go!!!,Re:member e "Sign" sono state utilizzate come opening themes nell'anime Naruto. Days è stata scelta come prima opening theme per la serie animata dello Studio Bones Eureka Seven e Realize come opening per il video gioco per la Playstation 2 basato sullo stesso anime. Flow si è esibito per la prima volta dal vivo in America a Dallas, nel Texas, il 2 settembre 2006, all'Anime Fest, tenutosi allo Hyatt Hotel e al Convention Center, nel centro della città. La band interpretò nel 2006 Colors, la prima opening per la serie originale dello Studio Sunrise Code Geass: Lelouch of Rebellion, mentre il brano Answer venne usato come sigla di apertura della serie live action Tantei Gakuen Q. Assieme alla band hip-hop Home Made Kazoku, il gruppo ha interpretato Night Parade. Nel febbraio 2008, venne pubblicato un nuovo singolo, Arigatō, seguito nel luglio dello stesso anno dalla opening di Persona-trinity soul, Word of the Voice. Sempre nel 2008, Flow ha fatto uscire World End, seconda opening theme dell'anime Code Geass: Lelouch of the Rebellion R2. Nel 2009, la band ha eseguito la sesta sigla di apertura di Naruto Shippuden, Sign . Il gruppo ha pubblicato una compilation di B-side nel novembre 2009, dal titolo Coupling Collection.Nel 2013 la band ha reinterpretato la canzone "cha la head cha la" di Hironobu kageyama per l'uscita di dragonball z Battle of Gods, inoltre sempre per questo evento hanno composto "hero-kibou no uta".


    album



    Splash!!! ~Haruka Naru Jishu Seisaku Best~ (21 maggio 2003)
    Game (26 maggio 2004)
    Golden Coast (20 luglio 2005)
    Isle (アイル Airu?, 19 marzo 2008)
    #5 (ナンバーファイブ Nanbā Faibu?, 28 gennaio 2009)
    Microcosm (16 giugno 2010)
    Black&White (22 febbraio 2012)
    Flow The Max!!! (27 marzo 2013)

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    Il visual kei (ヴィジュアル系[1] vijuaru kei?, "stile visivo"), è un genere musicale peculiarmente giapponese sviluppatosi a partire dalla seconda metà degli anni ottanta del XX secolo.

    Il nome è composto dalla parola inglese visual ("visivo") e giapponese kei (系, "stile"); la grafia visual key è comunemente diffusa su Internet, ma si tratta di un errore poiché la seconda parola è appunto la giapponese kei e non l'inglese key. L'espressione è stata coniata dalla frase «Psychedelic Violence Crime of Visual Shock»[2], slogan degli X JAPAN (leggibile anche sulla copertina dell'album BLUE BLOOD[3]), band considerata tra i maggiori esponenti del movimento nonché tra i pionieri e fondatori dello stesso.

    Corrente eterogenea e variegata, originariamente si ispira in parte allo stile musicale e d'abbigliamento dei gruppi hair metal come Mötley Crüe, Poison, Europe, Guns N' Roses[4], e in parte alle correnti new wave e post-punk di matrice europea[5]. Ha raggiunto la sua maturità a partire dagli anni novanta e dagli anni 2000 ha conosciuto un crescente interesse da parte del pubblico internazionale.

    Nonostante alle origini il visual kei si presentasse come un vero genere musicale omogeneo e riconoscibile, con il tempo si è esteso e ramificato fino ad assumere la dimensione di una scena musicale a sé stante, molto ampia e caratterizzata fondamentalmente non per il sound, ma per il look. L'aspetto visivo, l'istrionismo delle esibizioni e la celebrazione dell'artista come persona hanno un ruolo centrale e non dispensabile, di pari livello a quello musicale: l'immagine e la musica hanno cioè la stessa importanza al fine di creare un'esperienza di tipo teatrale e congruente con un concept artistico che viene spesso definito dalle singole band.

    Musica
    A livello musicale il visual kei non ha nessuna caratterizzazione specifica, bensì possiede una eterogeneità di stili imparagonabile a qualunque altro genere, pur restando sempre nell'ambito del rock; è per questo verso associabile allo Shibuya kei, un altro stile giapponese (legato però all'ambito del pop) noto per gli esiti molto variegati che raggiungono i suoi esponenti. I gruppi visual kei spaziano enormemente dall'heavy metal al pop rock senza trascurare molti influssi come il grunge, il dark, l'hard rock, il glam, il punk e l'elettronica, e non sono inusuali i riferimenti alla musica classica; viene inoltre spesso ricercata la fusione di più tipologie (anche opposte) per creare un effetto spiazzante e teatrale.

    Look
    I gruppi musicali visual kei si distinguono per la grande teatralità ed attenzione all'aspetto visivo e scenografico[4][7]: costumi, scenografie, pose, trucco e comportamento sono curati con enorme attenzione, mostrati sulle riviste di settore tramite servizi fotografici e continuamente rinnovati cercando di seguire, per ogni artista, un filo logico conduttore che è solitamente una frase-chiave o un concept artistico, ben dichiarato dalla band ed influente sia sul lato visivo sia su quello musicale. Il grande impegno profuso nella cura dell'immagine non deve però far pensare che il visual kei si concentri solo su questo: lo scopo degli artisti visual non è solo funzionare a livello di immagine, ma saper creare un'alchimia equamente bilanciata fra immagine e musica, cercando di proporre all'ascoltatore un prodotto artisticamente completo.


    Le correnti
    Esattamente come per la musica, anche l'aspetto dei musicisti visual kei possiede una enorme varietà d'espressioni ed influenze. I look vanno dall'uso di pelle e latex, usati in maniera provocante ed abbinati a trucco forte e capelli decolorati e tinti in maniera innaturale, fino al più innocuo degli abbigliamenti, con semplici t-shirt colorate e scarso o nessun uso di cosmetici, passando per tutti i gradi intermedi: l'unica discriminante sta nella coerenza con la musica proposta, cioè sempre nel rispetto del concept artistico. All'interno del visual kei esistono varie sottocorrenti divise per stile e relativa proposta musicale, le più importanti delle quali sono:

    kote kei (コテ系?), o kotekote (コテコテ?): ovvero il visual kei old-school, sviluppatosi principalmente nella seconda metà degli anni novanta. Rappresenta il grado più estremo e oscuro del look[8], con ricercato effetto-shock sul fruitore attraverso l'uso di colori forti, abbigliamento molto scenografico e vicino al gusto BDSM, ampio uso di trucco ed effetti scenici teatrali come l'uso di sangue finto o altri ritrovati. Generalmente caratterizzato da una peculiare mistura di post-punk e metal estremo ereditata dai Kuroyume e aggiornata dai gruppi dell'etichetta Matina.
    tanbi ha (耽美派? "scuola estetica"): sottocorrente caratterizzata da musica più melodica e dalle influenze classiche più marcate, nonché dagli abiti sfarzosi e barocchi. Originata dalla metà degli anni novanta con gruppi come MALICE MIZER e LAREINE.
    shiro (白? "bianco"): lato più soft e melodico dell'old-school, contrapposto al kuro (黒? "nero") dei gruppi kote-kei tradizionali. Vede tra gli esempi più caratteristici gruppi come i ROUAGE o i BAISER.
    oshare kei[9] (お洒落系?): è la versione più fresca e gioiosa del visual kei, che porta infatti il nome di oshare ("alla moda") e si caratterizza per l'abbigliamento giovanile, spesso street fashion, dominato dalla profusione di colori e dall'uso di un gran numero di accessori e dettagli[10]. Concentrata prevalentemente sul look, è la corrente più mainstream del visual kei ed è generalmente molto vicina al pop-rock. Fra i rappresentanti più famosi gli AN CAFE e LM.C.
    kote-osa (コテオサ?): termine che fonde kote kei e oshare kei. È caratterizzato dal look giovanile in stile oshare kei e da un tipo di musica che va dal pop-rock mainstream a un sound leggermente più aggressivo in stile kote kei. Dalla metà degli anni 2000 è emersa come la corrente di maggior successo in Giappone, grazie alla popolarità di band come Alice Nine e Nightmare.
    Nagoya kei (名古屋系?): stile tendente al dark, con musicisti vestiti in completi neri o in costumi tetri (non macabri), ma comunque semplici. Il trucco è presente benché semplificato, e la tavolozza dei colori è molto ridotta e con tonalità vicine al nero[11]. Il nome palesa la provenienza di questo stile dalla città di Nagoya, ma la sua diffusione in tutto il Giappone ha generato altre diciture come ankoku (暗黒? "oscurità") o kurofuku (黒服? "abiti neri").
    angura kei (アングラ系?): la parola angura viene dall'inglese underground e si usa per band dallo stile particolarmente bizzarro, spesso parodico verso la società e caratterizzato dall'uso irriverente e provocatorio di icone sociali o da abbigliamento irrispettoso verso le istituzioni statali[12]. Spesso viene considerata una corrente esterna al visual kei, benché vi sia comunque correlata dalla teatralità delle esibizioni, spesso delle vere e proprie messe in scena. A volte definito chikashitsu (地下室? altra dicitura per "underground") o anche shironuri (白塗り? "pittura bianca") per l'utilizzo di uno spesso strato di trucco bianco in volto proveniente dalla tradizione giapponese del kabuki.
    Oltre a queste categorie ne esistono molte altre, né è detto che una band visual rientri necessariamente in una categoria: la varietà di possibilità è molto ampia e la contaminazione è ricercata
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    Il J-rock è un genere musicale che identifica il rock giapponese: il nome, infatti, deriva dalla contrazione dell'espressione inglese "Japanese rock". Si tratta di un genere attualmente molto seguito nella cultura nipponica e all'interno di esso si trova una delle sue suddivisioni più popolari, il visual kei.

    Il termine nasce in Europa alla fine degli anni novanta per esigenze catalogative, e non in Giappone, dove fino ai primi anni 2000 si utilizzava esclusivamente il termine J-pop per indicare la musica popolare prodotta all'interno della nazione, comprendendo quindi le sonorità rock assimilate dal rock anni sessanta proveniente dai paesi anglosassoni e riproposte in chiave autoctona dagli inizi degli anni ottanta. Il termine J-rock si è cominciato ad usare anche in Giappone soltanto di recente per convenzioni comunicative, ma in realtà il panorama commerciale nipponico è estremamente articolato e variegato e le sonorità definibili come "rock" sono talmente ricorrenti e sperimentate da non renderne possibile una chiara definizione di genere a sé stante rispetto al j-pop: questo spiega la difficoltà nel poter classificare molti gruppi nel genere rock o pop secondo le categorie occidentali, dato che è ricorrente infatti che un gruppo J-pop realizzi all'interno dello stesso album brani pop come altri fortemente rock o addirittura metal (si parla in questo caso di "J-Metal") rendendo quasi gli artisti, gli album o addirittura le canzoni, "contenitori" di elementi di vario genere, più che il genere "contenitore" di artisti e canzoni.

    Le origini
    L'arrivo del rock psichedelico, introdotto principalmente dai gruppi britannici, provocò in Giappone la creazione di un nuovo genere musicale a partire da esso, ma con alcune modifiche. Quando debuttò a metà degli anni sessanta, completamente contrario al look esibito dai rockers europei. Ciononostante lo stile musicale si avvicinava di molto a quello dei più noti esponenti rock a livello mondiale. Gli artisti di rilievo di questo periodo furono Keiji Haino, The Golden Cups e The Tempters.

    L'evoluzione

    Durante gli anni Settanta cominciarono ad apparire i primi artisti più autoctoni, che prelevavano lo stile dei gruppi rock stranieri e lo adattavano alle proprie tradizioni. In questo periodo fecero la loro comparsa i primi cantautori del rock, ed ottennero grande popolarità autori come Kazuki Tomokawa e Kan Mikami.

    Apparvero i primi gruppi giapponesi del genere rock progressivo. Alcuni gruppi come After Dinner e Cosmos Factory ebbero successo con questo genere di musica. Negli anni ottanta nasce uno dei maggiori gruppi della storia rock giapponese di stampo americano, i B'z.

    Il J-rock si mantenne sotto un profilo abbastanza basso negli anni Novanta, dovuto specialmente al boom della musica dance ed elettronica in quella decade, e alcuni artisti famosi di questo periodo furono Gackt e MALICE MIZER. Il rock ritornò prepotentemente alla ribalta a cavallo tra gli anni novanta e gli inizi del XXI secolo, quando gruppi rock e pop come B'z, Mr. Children e Bump of Chicken tornarono ad attrarre pubblico soprattutto tra le nuove generazioni, che già iniziavano ad annoiarsi del pop sintetico.

    La nascita del visual kei



    Il genere conosciuto come visual kei ("stile visuale") nacque all'inizio degli anni ottanta nel quartiere di Harajuku (una zona di Shibuya) dove diversi gruppi dal look trasgressivo secondo i costumi degli anni si esibivano all'aperto. La stravaganza e l'eterogeneità di stili che venivano a contatto pacifico in questo quartiere (rockabilly, anarcopunk, cyber punk, glam) contribuirono a delineare un genere dove lo stile provocante ed androgino si riallacciava a elementi estetici del teatro kabuki dove le parti femminile erano interpretate da uomini pesantemente truccati e talvolta acconciati con capigliature folte e colorate. Furono gruppi come Buck-Tick, X Japan e subito dopo LUNA SEA a rendere noto a livello nazionale questo stile; storica l'esibizione degli X Japan al Kōhaku uta gassen, evento musicale trasmesso in televisione in diretta nazionale la notte di fine anno, dove vecchi artisti enka (musica folk giapponese) dividono il palco con le giovani star del panorama musicale.
    Il visual kei è il genere più caratteristico all'interno del rock giapponese, sia perché unico e peculiare nel panorama mondiale sia perché molti gruppi che ne fanno parte hanno ottenuto successo anche in Europa ed in Occidente in genere.

    Fu nella seconda metà degli anni novanta, con l'affermarsi di numerosi gruppi come X Japan e Luna Sea che si assiste ad un aumento esponenziale di sonorità rock all'interno del J-pop, che cominciano ad oscurare l'allora onnipresente eurobeat (sottocategoria dance dai ritmi estremamente rapidi, conosciuta in Occidente grazie a videogame come Dance Dance Revolutiion e Initial-D). In questo nuovo periodo nacquero numerosi gruppi (che verranno poi chiamati in occidente "J-rock") di educazione visual kei come L'Arc~en~Ciel, GLAY, Janne Da Arc e Siam Shade (di influenza progressive), Pierrot, D-Shade, Λucifer e molti altri che seppero portare il rock a livelli tecnici e compositivi molto raffinati e originali.

    Dal 2000 vi è un'ulteriore arricchimento del panorama musicale giappone e quindi del J-rock: comincia a spopolare l'hip pop, l'R&B, il rap e l'alternative rock. È il momento quindi di gruppi come Dragon Ash ed HY che mettono pur qualche anno in secondo piano il rock precedente che sembrava essere arrivato ad un punto d'arrivo. Ancora una volta non è così, nel calderone musicale giapponese tutto sembra trovare un punto di incontro fra nuovo e vecchio, così le "vecchie band" come i GLAY aggiornano la loro musica grazie ai nuovi elementi che richiamano la downtown americana. Anche i Dir en grey che nel 1999 debuttavano sotto etichetta major con sonorità vicine ai LUNA SEA dei primi anni novanta propongono dall'EP six Ugly in poi le nuove sonorità più americane che verranno poi equalizzate con un "ritorno al rock più tipico giapponese".

    Agli inizi del 2000 apparve anche una nuova sotto-categoria del visual kei chiamata oshare kei ("stile alla moda"), i cui componenti sono in larga parte giovani. Essa si differenzia dal visual per il suo stile musicale molto meno oscuro, più allegro, ed un aspetto esteriore molto complesso, colorito e ricco di dettagli (adottando anche il cosplay).
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