War of Ages

2013

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  1. DubheShadow
     
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    War of Ages è il quarto studio album della band symphonic metal austriaca Serenity. L’album è stato rilasciato il 22 Marzo 2013 in Europa con la Napalm Records. È il primo album che contiene una seconda voce, Clémentine Delauney, che si è unita ufficialmente al gruppo il 21 Gennaio 2013. La band ha comunicato: “Mentre rimaniamo fedeli ai vari marchi di fabbrica dei Serenity come le orchestre sinfoniche, i ritmi heavy, le meravigliose parti vocali melodiche e i cori epici, abbiamo inserito anche nuovi elementi nell’universo Serenity, grazie a nuovi suoni e alla ricorrente aggiunta di voci femminili in supporto allo sbalorditivo cantante Georg Neuhauser.
    L’immagine cover di War Of Ages è stata creata da Seth Siro Anton, che ha in passato lavorato con i Serenity per il loro album di debutto Words Untold & Dreams Unlived. L’album è stato mixato e masterizzato da Jan Vacik ai Dreamsound Studios in Monaco, Germania, con arrangiamenti orchestrali e musicali curati da Oliver Philipps, entrambi veterani degli album dei Serenity.
    Il brano Legacy of Tudors si apre con la ballata Pastime With Good Company scritta da re Henry VIII in persona agli inizi del sedicesimo secolo, poi ripresa da molti autori folk contemporanei, come ad esempio i Blackmore’s Night.

    Tracklist:

    01 Wings of Madness - 6:01
    02 The Art of War - 5:15
    03 Shining Oasis - 5:15
    04 For Freedom's Sake - 4:42
    05 Age of Glory - 6:50
    06 The Matricide - 5:03
    07 Symphony For The Quiet - 5:06
    08 Tannenberg - 5:59
    09 Legacy of Tudors - 5:09
    10 Royal Pain - 4:51
    11 Fairytales (ballad version - LTD bonustrack)
    12 Love of My Life (LTD bonustrack)



    Recensione:

    Se con il precedente “Death & Legacy” i Serenity ci avevano fatto intuire che la propria direzione musicale si sarebbe diretta verso un metal sempre più elegante e raffinato, con “War Of Ages” la band austriaca ci conferma questa intenzione, producendo un lavoro che parte esattamente da dove quello precedente terminava ma che aggiunge però al sound una drammaticità ed una richezza sonora ulteriori, in grado di spingerlo un attimino “oltre”. Seguendo grossomodo lo stesso cammino percorso ai tempi già dai Kamelot (band che più di tutte sembra influenzare i brani dei Nostri) in questo disco i Serenity mostrano di aver compreso pienamente il fatto che il semplice attenersi alle basilari regole del power melodico di stampo europeo non è più da solo garanzia di un cammino veramente di successo, e cercano quindi di puntare su quelle caratteristiche di maestosità, classe ed eleganza che si potevano trovare sopratutto sul già citato “Death & Legacy”.

    L’inserimento di una voce femminile, quella della brava Clementine Daluney, nell’organico non fa altro che dimostrare l’ormai ovvio interesse della band tutta e sopratutto dei suoi compositori verso lidi meno ruvidi, sicuramente meno veloci, ma più curati e più “pompati” a livello di suoni e di ricchezza delle varie parti. L’incipit del disco, affidato al duetto “Wings Of Madness” e “The Art Of War”. Ci conferma quanto detto nell’introduzione nel più inconfutabile dei modi: è metal sinfonico ed elegante quello che colpisce le nostre orecchie, un perfetto bilanciamento dell’alchimia chitarra/arrangiamenti sullo stile della coppia Yougblood/Palotai dei Kamelot, mista agli eccessi bombastici e teatrali della tastiera del mastermind dei Nightwish, mr. Holopainen.
    I richiami, sempre più o meno marcati, ai Kamelot tornano poi prepotenti anche nella quarta canzone, “For Freedom’s Sake”, una ben riuscita ballad romantica che non può con il suo duetto voce maschile/femminile non ricordare quello presente sulla dolce “Song For Jolee”, dall’ultima fatica appunto dei Kamelot. Proseguendo nell’ascolto ci rendiamo conto di come siano proprio le voci la caratteristica fondamentale che ci impedisce di parlare dei Serenity come di una mera band clone e di potergli assegnare il bel voto che vedete in calce, seppur senza fargli raggiungere la famigerata “zona hot”: un chiaro esempio può essere “Age Of Glory”, pezzo migliore dell’album, il quale parte traendo chiara ispirazione da “Forever” dei Kamelot, ma che si scrolla presto di dosso l’alone di già sentito grazie appunto alla splendida prestazione del cantante Neuhauser. Con la sua timbrica decisamente più aperta e meno umbratile il Nostro riesce infatti ad evitare facili e scontati paragoni con Roy Khan, avvicinandosi di più agli stili vocali di Roberto Tiranti e Alessio Taormina dei Thy Majesty.

    Insomma, volendo concludere è facile quindi questa volta darvi consiglio: se le sonorità che abbiamo citato sino ad adesso vi piacciono, quest’album vi donerà senza dubbio un’ora di ottima musica. In definitiva quindi i Serenity si confermano con “War Of Ages” una grande band per il genere del metal elegante e sinfonico, una band pienamente in grado di competere anche con i grandi nomi della scena.

    Voto: 7.5

    Autore: Dario Cattaneo

    Fonte:
     
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